Presentata l’Annata Agraria 2024
Gli andamenti a livello romagnolo: qualche nota positiva, come il recupero di rese medie e produzioni per quasi tutto il frutticolo, ma calano le superfici, così per grano duro e tenero
“Innovare per r-esistere. Sfide e opportunità per l’agricoltura romagnola”: questo il tema dell’edizione 2024 dell’Annata Agraria di Cia-Agricoltori Italiani Romagna, presentata il 29 novembre nel corso dell’annuale convegno. L’andamento del settore agricolo è stato illustrato dal direttore di Cia Romagna Alessia Buccheri, insieme al Responsabile del servizio tecnico fondiario e credito Marco Paolini e al Responsabile Caa Mirko Tacconi.
Nel 2024 si trova qualche nota positiva, come ad esempio il recupero di rese medie e produzioni per quasi tutto il frutticolo, ma calano le superfici, così per grano duro e tenero. Molto diversificata la situazione per orticolo e sementiere con l’erba medica da seme con rese basse e scarti elevati. In calo tutti gli allevamenti e i capi. Anche le aziende del settore risultano in diminuzione.
A seguire la tavola rotonda durante la quale sono stati affrontati i temi del cambiamento climatico, della ricerca e innovazione, degli scenari geopolitici, della manodopera, della necessità di stringere sul piano del nuovo assetto idrogeologico, delle aree interne e dell’equa distribuzione del valore lungo la filiera. Molte imprese agricole, cooperative, consorzi, stanno da tempo applicando sistemi innovativi per colture e allevamenti con investimenti importanti; su questo si dovrà proseguire e la platea dovrà ampliarsi, ma la sofferenza accumulatasi in particolare negli ultimi cinque anni, che vede imprese agricole non solo a non fare reddito, ma a non coprire i costi di produzione, crea non poche difficoltà. “Le sfide sono molte – afferma Misirocchi, presidente di Cia Romagna – Occorre avere una visione lungimirante e il coraggio di innovare, con la ricerca e su basi scientifiche, senza perdere di vista le nostre radici. E fare presto, che è tardi”.
L’ANDAMENTO IN ROMAGNA (AREA FORLÌ-CESENA, RIMINI, RAVENNA)
LE IMPRESE AGRICOLE – In generale, nell’aggregato Romagna (province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini), si riscontra, al 30.09.2024, rispetto al 30.09.2023, una sostanziale stabilità delle imprese attive complessive (103.195, +0,1%), dato migliore del contesto regionale (-1,0%) e nazionale (-0,4%).
Per quanto riguarda il settore agricolo, invece, le imprese risultano in diminuzione (14.165, -2,7%), con maggiori difficoltà per le relative imprese femminili (2.565, -3,5%) e giovanili (515, -3,7%).
Gli occupati in agricoltura sono, nel 2023, 23.683 (4,8% del totale occupati, fonte Istat).
COLTURE ARBOREE – Le stime medie di resa e di produzione del 2024 sono in recupero sul drammatico 2023 per la quasi totalità delle colture arboree: albicocco, ciliegio, melo, pero, pesco, nettarina, susino, actinidia, castagno, melograno, noce, nocciolo e kaki. Eccezionali ad esempio per l’olivo, che registra un incremento del 23,6% rispetto al 2022 con oltre 95mila quintali di olive sane, di cui oltre la metà provenienti dal riminese (+30%). Tuttavia, le rese in olio sono basse (8-9%) per l’eccessiva piovosità autunnale, ma la qualità dell’olio molto alta.
La viticoltura registra un aumento delle rese (+6%) e della produzione di uva (+9%), e +9% circa gli ettolitri di vino.
In controtendenza le fragole: seppur con rese migliori, hanno un calo produttivo del 34% in campo e del 6,5% in serra, causato dalla contrazione delle superfici, -17,6% in serra e -43% in campo, dove i rischi climatici rendono difficoltosa la coltivazione.
Le stime riferite alle superfici sono in calo anche per albicocco, ciliegio, melo, pero, pesco, nettarina, susino, actinidia, castagno, melograno, noce e kaki.
Superfici in aumento per olivo e nocciolo; pressoché stabili per vitivinicolo.
L’albicocco, a fronte del calo di superfici, ha migliorato rese e produzioni: l’introduzione di varietà più tardive ha inoltre allungato il periodo di permanenza sul mercato per tutta l’estate. La Romagna detiene circa il 75% di superficie sul totale regionale, con la provincia di Ravenna al 45% circa.
Le tendenze degli ultimi anni indicano che sta prendendo forma una nuova vocazione della Romagna, che da ambiente produttivo estivo si sta trasformando in area a produzione autunno-invernale.
La Romagna, con il 90% circa di superficie, per lo più concentrata nel ravennate (intorno ai 3mila ettari), resta il cuore regionale del kiwi. La produzione è tornata a crescere, trainata soprattutto dal kiwi giallo, ma quella del 2023 fu la peggiore degli ultimi sette anni.
Ancora crisi per la pericoltura. Nell’area romagnola, dove si trova circa il 15% di superficie sul totale regionale, si registra un aumento delle rese e della produzione, ma il 2023 era stato veramente drammatico e per gli ettari si conferma nel 2024 il trend in calo.
I progetti su noce e nocciolo procedono bene. Il melograno, invece, negli ultimi dieci anni non ha raggiunto lo sviluppo auspicato, principalmente a causa delle condizioni climatiche della Romagna, che ostacolano, ad esempio, il raggiungimento della colorazione ideale richiesta dal mercato.
COLTURE ERBACEE – Nel cerealicolo le superfici degli autunno-vernini diminuiscono in media del 20% circa: grano duro (-23,5%, con punte -33%), grano tenero (-14%, con punte -23%) e orzo (-26%, con punte -36%). Il fenomeno è concentrato per lo più nella fascia collinare e può essere riconducibile agli effetti delle alluvioni e delle frane del maggio 2023: nello scorso autunno certi campi non erano nelle condizioni di essere seminati e in altri, dove era tecnicamente possibile, probabilmente non risultava economicamente conveniente. Aumentano le superfici per mais (+19% circa) e sorgo (+58%) e anche rese medie e produzione.
Nelle stime di rese e produzioni si registra un incremento per grano duro (+25%), e grano tenero (+24%), trainate dal ravennate. Per l’orzo rese medie in salita, ma produzione romagnola complessivamente in calo (-8%), per la quale pesa il dato medio ravennate.
Leggero calo delle superfici a oleoproteaginose (girasole, colza, soia), passate dagli 8.409 ettari del 2023 agli 8.192 del 2024. Produzioni in lieve calo per il girasole; in crescita per soia e colza.
45.370 gli ettari dedicati all’erba medica, +4% rispetto al 2023. Campagna fortemente condizionata da un maggio particolarmente piovoso che ha ritardato notevolmente tutto il primo taglio. Le rese medie “area Romagna” del foraggio verde si stimano in 361 q.li/ha circa; quelle del fieno (prodotto disidratato) in 100 q.li/ha.
La barbabietola da zucchero è in aumento sul 2022; circa 1.174 gli ettari, di cui 200 in coltivazione biologica, concentrata principalmente nella provincia di Ravenna (880 ettari). La primavera piovosa ha comportato ritardi nella semina e rese produttive medie ai minimi storici stimate intorno ai 400 q.li/ha.
Anche per l’orticolo il 2024 è segnato dalle sfide del clima: inverno secco, irrigazioni anticipate poco efficaci per l’estate torrida e per le precipitazioni sporadiche. Queste condizioni hanno causato cali di produzione per alcune colture e hanno mantenuto alti i prezzi di mercato penalizzando i consumi. Zucchine, pomodori, spinaci, bietole e scarole hanno superato i 3-4€/kg in estate. Si rileva un incremento delle superfici seminate per cipolle (+13%), pomodori da industria (+8% circa) e patate (+6%). Le cipolle hanno subito un calo delle rese medie (da 343,3 q/ha a 376,6 q/ha), mentre le patate hanno recuperato valori normali dopo il crollo del 2023.
Per quanto concerne le colture da seme la situazione è variegata. Per le superfici orticole da seme certificate le stime non sono ancora definitive; la produzione è buona per cetrioli, coriandolo e piselli; scarsa per le cicorie; sarebbe stata buona per le carote, ma si sono verificati molti scarti in lavorazione.
Fra le industriali, l’erba medica da seme (circa 7.450 ettari in Romagna di cui 5mila in provincia di Ravenna, 1.700 a Forlì-Cesena e 750 a Rimini), ha registrato rese basse e scarti elevati per condizioni meteo non favorevoli come le alte temperature di agosto; i cereali da granella hanno registrato buone quantità; calo di superfici per il girasole da seme.
ZOOTECNIA – Diverse sono le cause che determinano il perdurare di un calo del comparto in Romagna: costi di gestione elevati, prezzi di vendita bassi, problemi burocratici, calo del personale, fauna selvatica e varie patologie. I dati mostrano una diminuzione di tutti gli allevamenti: bovini (da carne e da latte) di circa il 6% e anche calo di capi; ovini di circa il 7% (206 in meno sul 2023); suini -10% circa; avicoli, in particolare anatre; equidi. Per l’apicoltura il 2024 è pessimo. La prima produzione dell’anno è venuta a mancare e la produzione complessiva risulta in buona parte compromessa, salvo qualche microzona dell’Appennino. In Romagna si registra un leggero calo degli alveari.
BIOLOGICO – I dati di riferimento del biologico sono quelli del 2023. Il comparto in Emilia-Romagna registra una contrazione sul 2022 del 3,4% nel numero di aziende certificate e nelle superfici. Le difficoltà climatiche e le sfide economiche globali hanno influenzato negativamente il settore e scoraggiato gli imprenditori. Delle 7.082 imprese bio regionali, le romagnole sono 1.870 (-2,65%, erano 1.921 nel 2022). Dei 193.669 ettari bio regionali, quelli romagnoli sono 49.356 (-1,28, erano 49.994 nel 2022). La quota sul totale Sau regionale è del 18,6%, superiore alla media italiana (17%) ed europea (10%).
AGRITURISMI – Nel 2023 le aziende agrituristiche in Romagna sono 373: a Forlì-Cesena 183 (-5,2%, -13 aziende); 70 nella provincia di Rimini e 120 nella provincia di Ravenna (-9%, -19 aziende). La provincia di Forlì-Cesena in regione si distingue numericamente per le attività didattiche, culturali, sportive, ricreative offerte nelle strutture. Nel 2023, in regione, il numero degli arrivi complessivi confermano il recupero rispetto ai livelli pre-pandemia (+20,4%). Il numero di turisti negli agriturismi è stato di 198mila unità (+6,5% sul 2022;) per 534.904 notti (+3,3% italiani, +12% stranieri).
Avvertenza lettura dati: le stime relative alle superfici si riferiscono alla situazione del piantato/seminato per la campagna dell’annata agraria novembre 2023 – ottobre 2024.
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DI SEGUITO I COMUNICATI CON LE SINTESI DEGLI ANDAMENTI NELLE SINGOLE PROVINCE