Pomodoro da industria a metà campagna: basse rese per ettaro

PARMA – “Una produzione di qualità, anche grazie all’etica che contraddistingue l’operato degli agricoltori e la cura dei terreni, con rese per ettaro un po’ scarse, a causa delle difficoltà climatiche incontrate”. Simone Basili, presidente di Cia Parma, scatta la fotografia della campagna del pomodoro da industria giunta, all’incirca, al 45% della raccolta di quanto contrattato.
“La resa per ettaro è bassa – analizza Basili – perché, purtroppo, paghiamo le difficoltà emerse a seguito degli allagamenti che hanno interessato diversi terreni quest’anno e scontiamo ancora le conseguenze negative di quanto accaduto nel 2024, soprattutto nei terreni argillosi”. Ad assestare un duro colpo alla produttività 2025, inoltre, le tre settimane di grande caldo tra fine giugno e inizio luglio: “In una fase cruciale della campagna – evidenza Basili – si sono registrate temperature intorno ai 40 gradi, percepite ancora più alte al suolo, e questo non ha certo aiutato lo sviluppo delle piantine”.
A fare da contraltare un grado brix buono. “Quanto emerso – prosegue Basili dimostra ancora una volta gli effetti del cambiamento climatico. Purtroppo passiamo da periodi di siccità a periodi di eccesso idrico, senza che si siano trovate le necessarie contromisure a livello infrastrutturale. Per il futuro serve attenzione al contrasto degli effetti negativi del cambiamento climatico. Per fronteggiare la siccità servono invasi dove poter accumulare l’acqua, quando disponibile, mentre per l’eccesso idrico servono soluzioni che consentano di farla defluire, quando le precipitazioni sono eccessive”. L’elemento qualità è distintivo.
Infine, una riflessione sul prezzo di riferimento sottoscritto già a gennaio, a quota 142,50 euro a tonnellata: “È stato fatto un ottimo lavoro da parte delle Organizzazioni di produttori, nella contrattazione con la componente industriale, garantendo tempistiche congrue per la programmazione e anche la necessaria ripartizione della marginalità che consente un’equa remunerazione per le aziende agricole”.
(fonte: Gazzetta di Parma)