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03/04/18 – CIA / ENZA

Situazione idrica della Val d’Enza: bilancio idrico e risposta ai fabbisogni del territorio

Documento della Direzione CIA – Agricoltori Italiani provinciale di Reggio Emilia

Il settore primario della provincia di Reggio Emilia rappresenta una importante fonte di reddito non soltanto per gli addetti, ma anche per l’indotto a monte e a valle della agricoltura. Per garantire prospettive all’intero comparto, le linee strategiche devono passare dal raggiungimento dell’obiettivo della qualificazione delle produzioni caratterizzata da una continua innovazione e da una sempre maggiore disponibilità dei mezzi della produzione, tra i quali la risorsa idrica può rivestire un ruolo fondamentale per le sorti del settore.

I mutamenti climatici, stanno determinando sempre più con maggiore frequenza due fenomeni tra loro contrapposti, rappresentati dall’emergenza siccità, e dal verificarsi di alluvioni e di dissesti idrogeologici, che nel 2017 hanno interessato anche la provincia di Reggio Emilia. Per quanto concerne il nostro territorio le carenze d’acqua si sono verificate soprattutto nelle aree sottese al torrente Enza sui versanti Reggiano e Parmense.
La stagione irrigua 2017 è stata per l’agricoltura della media Val d’Enza, un annata caratterizzata dalla peggior crisi idrica che a memoria d’uomo si possa ricordare, che ha portato verso la fine del mese di luglio alla sospensione della derivazione dal torrente Enza a Cerezzola, per l’obbligo del rispetto del deflusso minimo vitale (DMV). Si tratta di una carenza senza precedenti in epoca recente. La zona citata è storicamente deficitaria in termini di approvvigionamenti idrici, essendo questa la più sofferente a livello di Regione Emilia Romagna.

Nel territorio è presente una filiera agroalimentare, quella del parmigiano reggiano, tra le più importanti a livello nazionale, e pertanto la risorsa “acqua” riveste un ruolo fondamentale per le sorti dell’intero comparto agricolo. Gli otto comuni di questa valle in area Reggiana, da soli rappresentano il 20% del patrimonio zootecnico da latte, e pertanto affrontare il tema degli approvvigionamenti idrici, significa dare prospettiva a questo importante comparto, e tutelare il territorio dal punto di vista ambientale, considerato che tale produzione si basa sulla coltivazione di foraggere in generale, e di prati stabili in particolare, che per poter assumere una valenza economica necessitano di volumi di acqua sufficienti.

L’andamento climatico degli ultimi anni, dimostra una volta di più che la stagione perfetta non esiste, e che l’agricoltura di qualità necessita di certezze, e non è più possibile iniziare una stagione aspettando o sperando che si possano verificare eventi piovosi adeguati alle esigenze. E necessario quindi che tutti i produttori dispongano sia di mezzi tecnici, sia del bene acqua, anche se il mondo agricolo ha perfetta coscienza che questa è una risorsa da condividere con tutta la società.
La cronica mancanza di irrigazione ha poi provocato un abbassamento delle falde, lasciando a secco anche i pozzi che normalmente sono riforniti dalla stessa. Il protrarsi di questa situazione, rischia di creare seri problemi anche ai pozzi che alimento gli usi civili, in un’area particolarmente fragile dal punto di vista ambientale con il diffondersi del fenomeno della subsidenza; siamo infatti in un’area di conoide di particolare pregio, ma al tempo stesso molto vulnerabile.

La costituzione da parte dell’Assessorato all’Ambiente dell’Emilia Romagna del Tavolo Tecnico, sostenuta a più riprese dalla Confederazione Italiana Agricoltori di Reggio Emilia, dovrà avere il compito di individuare le possibili soluzioni per il soddisfacimento dei fabbisogni idrici nel Bacino Idrografico dell’Enza, da adottare in coerenza con gli obiettivi produttivi ed ambientali.
A circa metà percorso, i dati che emergono sul Bilancio Idrico, già presentati in sede regionale dai Consorzi della Bonifica dell’Emilia Centrale e dal Consorzio della Bonifica Parmense, che si basano su studi inerenti i piani colturali dei due territori, possono essere così sintetizzati:

ESIGENZE IRRIGUE
Superficie irrigabile
totale             Efficienza della rete   Fabbisogni in metri cubi
11.600 ettari          0.50 %                      108 milioni
11.600 ettari          0.75 %                        72 milioni

Superficie irrigabile
(terreni attualmente serviti     Efficienza della rete    Fabbisogni in metri cubi
dal torrente Enza)

7.120 ettari                                       0.50%                        65 milioni

Ridurre del 25% le perdite della rete sia pubblica che privata, comporterebbe investimenti molto rilevanti, i cui costi economici dovrebbero essere dettagliatamente calcolati per valutarne il rapporto costo/ beneficio.
A questi fabbisogni, dati Iren, vanno poi aggiunti 10 milioni in metri cubi di deficit per gli usi idropotabili, calcolati sull’efficienza della rete 0.60% che si assommano, a 1.5 – 2 milioni di metri cubi di deficit per gli usi industriali/produttivi.

Entro aprile 2018, il Tavolo Tecnico dovrà concludere il proprio lavoro fornendo indicazioni sia per quanto riguarda gli interventi di breve termine che per quelli di medio e lungo termine, oltre che a quantificare i costi per le opere da realizzare. Questa esigenza, emersa già nel convegno di Barco di Bibbiano nel l’ottobre 2016, organizzato da Agrinsieme, secondo la Direzione provinciale della Confederazione Italiana Agricoltori di Reggio Emilia dovrà trovare risposte adeguate attraverso la elaborazione di progetti ed i relativi finanziamenti di opere che possano soddisfare tutti i bisogni del territorio, mediante il coinvolgimento del mondo economico, politico ed istituzionale: Comuni, Provincia, Regione Emilia Romagna e Governo Centrale.

Cia, enza

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